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Genitori e Adolescenti: Il Sexting

  • Immagine del redattore: Dott. Massironi Luca
    Dott. Massironi Luca
  • 18 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

I dati relativi all’uso di internet negli adolescenti del 2018, effettuati nella ricerca EU Kids Online, riporta che il 13% dei ragazzi italiani tra i 9 e i 17 anni si è sentito turbato, a disagio, o infastidito da qualche esperienza online sperimentata nell’ultimo anno. Rispetto alle rilevazioni del 2010 e del 2013 tale dato risulta raddoppiato.

Questo può essere legato ad un concetto ormai cardine nella lettura della salute online: “the more… the more…”: quanto maggiore è l’uso di internet per una più ampia varietà di pratiche, maggiore risulterà l'esposizione ai probabili rischi correlati.

Dunque oggi abbiamo la consepevolezza che alcuni comportamenti online, che possono risultare agli occhi degli adolescenti come utili, funzionali ai loro bisogni e ai loro compiti di sviluppo, possono comportare alcune condizioni di rischio.

In particolare questo elemento risulta pregnante per tutti quei comportamenti chiamati OSA, ovvero Online Sexual Activities, le attività su internet legate alla sfera della sessualità.

Nello specifico oggi volevo parliamo del Sexting. Il termine “sexting” prende il nome dalla combinazione delle parole “sex” e “texting” ed è stato definito come “l’atto di inviare via messaggio immagini sessualmente suggestive di se stesso a qualcuno che si conosce”.

Questo fenomeno è presente nel mondo adulto così come nel mondo degli adolescenti. Però negli adolescenti può assumere connotazioni degne di nota e da tenere in considerazione.

Infatti è emerso che il 7% dei ragazzi tra gli 11 e i 16 anni ha ricevuto messaggi sessualmente espliciti nell’ultimo anno.

Come hanno vissuto questo evento?

Il 67% delle ragazze ha dichiarato di essere state molto turbate dai messaggi sessuali che hanno ricevuto, e nessuna di loro ha riferito di essersi sentita felice.

Al contrario, il 29% dei ragazzi è stato felice di ricevere messaggi sessuali.

Però è necessario analizzare questo dato, provando a capire le differenze tra le diverse fasce di età.

Il 56% dei ragazzi di 11-12 anni è rimasto profondamente turbato dal sexting. Al contrario, il 55% dei ragazzi di 13-14 anni ha provato felicità alla ricezione di messaggi sessuali. Fra i ragazzi di 15-17 anni, prevale la percentuale di quanti non provano né felicità né fastidio o turbamento (58%).

Ma cosa c’è dietro questo comportamento? Sino a qualche tempo fa si riteneva che questo fenomeno fosse collegato alla ricerca degli adolescenti della popolarità, della ricerca delle attenzioni di qualcuno o che l’invio di materiali multimediali a sfondo sessuale di sè avvenisse a fronte di una richiesta pressante di qualcuno che ne richiedeva l’invio. Ad oggi invece si tende a dare una lettura di questo comportamento come sostitutivo alla componente sessuale: su un campione di casi arrivati all’attenzione delle istituzioni, 1 su 3 era considerato frutto della sperimentazione affettiva o sessuale.

Infatti se si prova ad affrontare la questione con gli adolescenti, tendenzialmente parlano del sexting come una modalità per iniziare le relazioni affettive e sessuali.

Dunque, per quanto funzionale possa essere il sexting agli occhi degli adolescenti che stanno iniziando a lavorare sulle loro questioni sessuali, corporee e affettive, è necessario però ricordare la pericolosità di tale comportamento.

In primo luogo perchè l’inviare un contenuto sessualmente esplicito può turbare profondamente chi lo riceve.

Ma anche perchè, seppure all’interno di un rapporto di coppia e dunque in modalità consensuale, l’invio di materiale sessuale negli adolescenti, così come per gli adulti, può portare a fenomeni come il "Revenge Porn", ovvero il fatto che alla rottura del rapporto, l’altro potrebbe essere ancora in possesso di quei materiali privati e possa diffonderli a terzi per vendicarsi dell’ex partner, arrecando un danno all'immagine della persona, in quanto viene reso pubblico qualcosa di estremamente privato. In generale è bene ricordare che l’invio di materiale sessualmente esplicito non garantisce mai l’esclusiva al ricevente: questi lo può diffondere e potenzialmente arrivare ovunque e a chiunque, mettendo a rischio la salute psicofisica della persona coinvolta.

Che fare dunque? La consapevolezza che alcuni comportamenti, seppure rischiosi, possano assolvere, agli occhi di chi li attua, importanti funzioni di crescita, non ci permette di considerarli necessari.

Piuttosto spetta a noi adulti, genitori e comunità educante il compito di favorire la ricerca di nuove strategie che risultino meno rischiose e garantiscano un buon percorso di crescita.

Come genitori è bene porsi le seguenti domande:

→ Quanto vostro figlio/a è interessato alle relazioni con l’altro sesso?

→ In che modo utilizza internet e i suoi dispositivi per questo fine?


Il difficile compito dei genitori è quello di garantire un canale di comunicazione aperto e sincero, in grado di non presentare la sessualità come un tabù. Dall'altro lato però il genitorire deve garantire la giusta discrezione nel lasciare che il proprio figlio o figlia viva sua affettività nella sua intimità, senza la presenza invadente degli adulti. E’ fondamentale che ogni coppia genitoriale riesca a trovare la giusta distanza per trattare la questione sessuale con i propri figli.




Fonte:

 
 
 

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