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Virus e tempo libero: uno sguardo agli adolescenti.

  • Immagine del redattore: Dott. Massironi Luca
    Dott. Massironi Luca
  • 2 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 3 mar 2020

In questi giorni in Lombardia, a causa del COVID-19, meglio conosciuto come Corona Virus, molti bambini e ragazzi sono a casa da scuola. Un tempo stranamente libero in questo periodo dell’anno, al pari di un'estate anticipata. Oltre alle legittime preoccupazioni dei genitori rispetto alla salute dei propri figli, un’altra domanda accomuna molti adulti rispetto ai propri ragazzi e ragazze, in particolare preadolescenti e adolescenti: cosa fanno in questo lungo periodo di tempo libero?

E’ una domanda molto comune che i genitori che incontro nella mia professione mi fanno spesso. I nostri ragazzi oggi hanno solitamente delle settimane molto impegnative tra la scuola e le tante attività extrascolastiche come lo sport, i corsi di musica, danza, teatro e chi più ne ha più ne metta. Questi impegni, chiamati strutturati, hanno preso il sopravvento nella vita dei più giovani rispetto al tempo non strutturato, ovvero il tempo libero.

Questo è avvenuto negli ultimi decenni per svariati motivi, ma in particolare perchè la maggior parte dei genitori lavora tutto il giorno e quindi cerca di trovare il più possibile delle attività in grado di occupare il tempo pomeridiano per non lasciare i figli soli. Quelle poche ore di libertà oggi vengono passate sui dispositivi digitali come le consolle dei videogiochi, il cellulare con i social network come Instagram e TikTok, o ancora con la visione prolungata di video su youtube, nuovo canale di intrattenimento che ormai ha preso il posto della televisione.

Questi stimoli, per quanto piacevoli agli occhi degli adolescenti, risultano il riempitivo del tempo che i ragazzi non sono in grado di passare con se stessi. Questo emerge in maniera importante proprio in momenti come questo in cui il tempo a disposizione non è l’oretta libera dopo cena prima di andare a letto, o la pausa pomeridiana prima degli allenamenti o dei vari impegni, ma molto di più, in quanto le attività sportive sono perlopiù sospese, i luoghi di aggregazione sono chiusi, le attività scolastiche sono interrotte e, per non farci mancare niente, fuori piove.

Certo i genitori prontamente consigliano di studiare, gli insegnanti mandano a casa degli esercizi per tenersi al passo, ma la giornata è lunga. E quindi, dopo aver studiato, dopo aver giocato un po’ ai videogiochi o simili, che si fa?

Questo è un tempo importante, un tempo per seminare nella noia dei piccoli semi, ovvero gli interessi di ognuno, le passioni, le inclinazioni. Spesso i genitori mi dicono che ci provano a stimolare i propri figli, ma questi sembrano rifiutare tutto.

Il punto è proprio questo, siamo ancora una volta noi adulti a sentire il bisogno di riempire questo vuoto nella vita dei nostri figli, quando invece il compito, certamente difficile, ma altrettanto importante, spetta proprio a loro.

L’adolescenza è esplorazione e progressivo impegno. L’adolescenza è scelte, giuste o sbagliate che siano. L’adolescenza è camminare nelle esperienze della vita quotidiana, tra cui la noia, per imparare a rispondere alla difficile domande “chi sono io?”.

Proviamo a dimenticare per un attimo la paura momentanea di questo virus e proviamo a spaventarci di un "contagio" ben più grave: i ragazzi e le ragazzi fanno sempre più fatica e dire consapevolmente cosa piace loro veramente e cosa li fa stare bene.


Proviamo a pensare che questo tempo di solitudine forzata non è un tempo arido e poco arricchente, ma può diventare un momento fertile in cui ogni adolescente può cominciare a farsi delle domande su di sè, sul proprio presente e sul proprio futuro.


La scuola e le attività extrascolastiche torneranno a breve, si spera, ma il tempo per sè è ora e non va assolutamente sprecato.

Come trova le proprie attitudini un adolescente? Purtroppo non esistono ricette da seguire alla lettera, possiamo solo incentivare la capacità di trovare la propria strada provando a capire cosa fa stare bene, non tanto per i risultati che si possono raggiungere, ma per il piacere di fare qualcosa esplorando creativamente e di trovare cosa arricchisce la propria vita.

Come adulti abbiamo il dovere educativo di sostenere questi momenti di “vuoto”, lasciando ai ragazzi la libertà di riempirlo nel modo migliore e costruttivo, facendolo diventare un “vuoto a buon rendere”.




 
 
 

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