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Come la vedi? "Quasi Amici"

  • Immagine del redattore: Dott. Massironi Luca
    Dott. Massironi Luca
  • 12 mar 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 25 apr 2020

Come avevo scritto alcuni giorni fa, a inizio emergenza Covid-19, questo periodo da trascorrere a casa è un tempo che gli adolescenti devono cercare di affrontare in modo creativo e costruttivo (https://lucamassironi.wixsite.com/psicologo/post/virus-e-tempo-libero-adolescenti).

Mi sembra corretto aggiungere un pezzetto, consigliando ai genitori di utilizzare anche questo tempo insieme ai loro ragazzi e ragazze, facendo in modo tale che questa esperienza diventi un’occasione da cogliere. In particolare la sera è sempre più comune l’esperienza di essere in casa tutti insieme, genitori e figli, ma separati, ognuno nella sua stanza o ognuno nel suo schermo: vicini, ma distanti.

Proviamo allora a vedere come cambiare lo stato delle cose: proponete ai vostri figli, la sera, di stare sul divano, condividere uno schermo e guardare un film assieme.

Mi permetto di suggerirvi un film e di darvi un consiglio rispetto a come impostare una "visione attiva", ovvero non la semplice fruizione di un contenuto, ma la possibilità di sfruttare l’occasione per confrontarvi con i vostri figli rispetto ad una serie di questioni importanti e fondamentali nel loro vissuto di adolescenti.

Il film in questione è: “Quasi Amici”.

La pellicola racconta la storia del rapporto tra Philippe e Driss, il primo è un ricco signore tetraplegico, il secondo uno sbandato giovane provenienti dai quartieri più poveri e dal passato (alquanto recente) burrascoso. Driss si trova, malvolentieri, a lavorare per Philippe come badante. Il loro rapporto man mano muta, trasformando una relazione professionale in una relazione di amicizia.

Senza svelare altro della sinossi passiamo a vedere quali spunti questo film lascia nello spettatore adolescente.

Sicuramente la prima questione fondamentale è la tematica dell’amicizia.

All’esordio dell’adolescenza l’amicizia non diventa una semplice esperienza, ma una vera e propria necessità. In particolare emerge il bisogno di intimità e reciprocità, un aumento dell’importanza della lealtà, dell'impegno e della fiducia.

Quando vado nelle scuole a parlare di amicizia con i ragazzi emerge sempre il bisogno di un “amico ideale”, una sorta di fotocopia di sè con gli stessi interessi, gli stessi modi, con una grande capacità di comprendere gli stati emotivi altrui e soprattutto in grado di essere sempre disponibile all’aiuto nel momento del bisogno. A questo punto spetta a me il difficile compito di distruggere questa già fragile illusione: l’amico ideale non esiste. Piuttosto spiego che esiste l’"amico reale", quello in carne e ossa, che è diverso da me, con i suoi pregi e i suoi difetti, con le sue risorse e le sue difficoltà, proprio come ognuno di noi.

In questo caso, nel film, abbiamo due persone estremamente diverse che nella loro diversità trovano un arricchimento reciproco. Si contaminano, nel tratto di strada percorso insieme.

La domanda che potete fare ai vostri figli al termine del film è la seguente:


Cosa ti ha colpito di ciascuno dei personaggi? Secondo te quale pregio portava con sè ognuno di loro?

Mi raccomando, non soffermatevi solo sul “cosa è successo”, provate a stimolare nei vostri figli capacità cognitive che siano in grado di costituire un punto di vista personale sul mondo. In particolare cercate di soffermarvi sulle capacità emotive.


Al termine del film provate a chiedere quale scena è rimasta maggiormente impressa e fatevi spiegare il perchè e tentate di fare questa semplice domanda:


Cosa ha provato in questa scena il tal personaggio? Riesci a dirlo con le tue parole?

Una volta approfondito cercate delicatamente di rilanciare la discussione più su un piano personale:


Ti è mai capitato di trovarti in una situazione simile? Cosa hai provato? Sei riuscito ad esprimere con le tue parole quello che stavi sentendo? Cosa è successo?

Mi raccomando, non soffermatevi troppo sul tema della disabilità e sull’aiutare chi è più debole: il film va proprio in un’altra direzione, sulla complementarietà e sulla reciprocità, sulla possibilità di imparare qualcosa dall’altro e dall’essere capiti ed accettati.

Il film propone anche una serie di stimoli trasversali interessanti su cui si può ragionare insieme, quali la devianza, la droga, la sessualità, il rischio, il tentato suicidio. Sono tutti argomenti non centrali, ma che colpiscono e coinvolgono molto gli adolescenti.

Non lasciate le eventuali domande sottostanti in sospeso. Cogliete l’occasione di parlarne. Non abbiate timore di affrontare una questione per la paura che possa essere troppo presto, sicuramente sono tematiche di cui hanno sentito parlare nelle canzoni che ascoltano, in altri film, in televisione, nei discorsi con i compagni di classe, ecc. E’ bene quindi che i genitori possano presentarsi come un punto di riferimento non giudicante, disponibile al dialogo e in grado di stimolare la costruzione del senso etico nel proprio figlio. Infine è bene precisare che, se doveste decidere di provare quanto appena scritto, non aspettatevi salti di gioia, piuttosto sbuffi e oppositività (cit. “non c’ho voglia…”).

Non è semplice per un adolescente quanto gli state chiedendo, ma ha bisogno di sentire che il proprio genitore (o meglio i propri genitori) progressivamente stanno provando a tenere presente il suo punto di vista, considerandolo non più quel bambino di ieri, ma il ragazzo o la ragazza di oggi con cui possono confrontarsi, concordando o trovarsi su posizioni differenti.


E’ un compito difficile, sia per i ragazzi che per i genitori, ma assai necessario per la crescita dei propri figli e per un progressivo cambiamento del proprio ruolo genitoriale.


Buona visione!




 
 
 

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